La prima menzione a questo simpatico animale fu fatta nel 1520 da Antonio Pigafetta, il relatore di viaggio di Hernando di Magallano, che ce lo descrive come “un’oca silvestre!”.
Si presume che il pinguino fu in un passato remoto un uccello volante e terrestre, imparentato con le procellarie, che si avvicinò sempre di più al mare per trovarvi nutrimento. Così smise di volare e si adattò alla vita acquatica: il suo corpo prese la forma di un fuso, “Spheniscus”, mentre le zampe assunsero membrane interdattilari e le ali si transformarono in pinne come nei pesci.
Nel mondo esistono 17 speci di pinguini, tutti nell’emisfero sud. Il più settentrionale è il pinguino delle Galapagos e il più meridionale è il pinguino Imperatore, che abita all’interno del continente Antartico.
Il pinguino di Magellano lo si può trovare dalla Terra del Fuoco no al Brasile (Oceano Atlantico) e nel Peru (Oceano Pacico). Queste terre lontane vengono raggiunte dopo una migrazione di più di 6000 km alla ricerca di acque più calde.
Il nostro pinguino misura tra 50 e 70 cm di altezza, pesa no a 5 kg e vive no ai 20 anni di età. Il maschio è lievemente più grande che la femmina e il suo becco è un pò più sviluppato.
Passano gran parte della loro vita nell’acqua, incluso per dormire, e hanno una vita prettamente acquatica. Sono straordinari nuotatori e possono raggiungere una velocità di 8km/h nell’acqua. Le loro piume assomigliano ad un manto non molto spesso ed unto con un olio impermeabilizzante che secerne una ghiandola chiamata uropigio. Un grosso strato di grasso li protegge dal freddo.
Il suo grido è molto particolare e assomiglia a un raglio. Starnutano spesso per espellere un liquido salato prodotto da una ghiandola che concentra il sale nel corpo.
Ogni anno i pinguini cambiano le piume. Durante questo periodo (gennaio-frebbraio) evitano l’acqua e non mangiano.
Solamente al 3° anno di vita riescono ad avere i colori denitivi, con il loro celebre collare bianco intorno agli occhi e al collo, mentre la tonalita delle piume cambia da grigio a nero.
La loro alimentazione si basa di piccoli pesci come acciughe, sardine o eperlani. I grandi nemici dei pinguini sono lo foche, le reti da pesca e la contaminazione degli oceani. Possono arrivare a nuotare ad una profondità di 80m.
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Tra agosto e settembre arrivano alla zona prescelta i primi maschi per ricostruire il nido, generalmente nello stesso luogo che hanno utilizzato la stagione precedente e che può essere esposto alla intemperie o sotto un arbusto.
Dopo arrivano le femmine e si formano le coppie. Producono 2 uove (eccezionalmente 3) che sono covate e attese durante 30 o 40 giorni dalla coppia di pinguini, alternandosi per poter cercare il cibo. Alla nascita i piccoli non pesano più di 150gr e non vanno in mare nché non pesano 250gr. Dopo l’apertura del primo uovo i maschi scendono in mare per alimentarsi e si preoccupano di portare più vegetazione per rinforzare il nido. I secondi nati generalmente sono più piccoli ed hanno meno probabilità di sopravvivere (30% di sopravvivenza), a causa della carenza di cibo dovuta alla pesca commerciale che rende sempre più dicile per la coppia la ricerca di nutrimento suciente per soddisfare entrambi i piccoli.
I piccoli dipendono dai loro genitori durante i primi due mesi e mezzo nché non impermeabilizzano le loro nuove piume e non acquisiscono la capacità di scendere in mare per alimentarsi da soli. Dalla loro nascita no a tale momento, vengono nutriti dai due genitori mediante la rigurgitazione. Tra i 3 e i 4 anni di etá, i giovani giungono in condizioni di riprodursi.
Alla fine di gennaio-febbraio, i giovani nati nelle stagioni anteriori ritornano al loro luogo di nascita e passano quasi 2 settimane sulla costa per cambiare le piume loro giovanili in quelle da adulti. Tutti i pinguini cambiano le piume annualmente; durante questo periodo non si alimentano poiché evitano di entrare nell’acqua, visto che non possiedono la capacità di regolare la temperatura corporale mentre cambiano le piume.
Nel mese di marzo, abbandonano la terra e rimangono in mare. Gran parte della popolazione e particolarmente i giovani, emigrano verso nord, dove possono arrivare al Peru o al Brasile. Molti pinguini scompaiono durante questa emigrazione verso nord, a causa dell’inquinamento da petrolio delle acque o poiché rimangono imprigionati nelle reti da pesca.
Esistono molte colonie di pinguini di Magellano nella regione. Le più accessibili sono le “pingüineras” (colonie di pinguini) del Seno Otway con circa 5 mila esemplari; nello Stretto di Magellano e l’Isola Maddalena si riuniscono più di 130 mila individui. Infatti questa ultima isola è protetta e amministrata dalla CONAF (Corporaciòn Nacional Forestal) sotto il nome di “Monumento Nazionale dei Pinguini”
fonte: Imagenes de Argentina
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