L'orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus Altobello, 1921) è un mammifero onnivoro della famiglia degli Ursidi: in particolare, si tratta di una sottospecie dell'orso bruno comune (Ursus arctos arctos) endemica dell'Italia centro-meridionale, nella subregione denominata Marsica, dove, nell'areale centrale corrispondente al Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, sopravvive una cinquantina di orsi (intervallo fiduciale: 95% che va da 45 a 69 esemplari), più alcuni esemplari in altre aree protette limitrofe, per un totale di 55-85 orsi.
Si tratta della più grande mobilitazione in difesa dell’Orso Marsicano, simbolo del Parco Nazionale dell’Abruzzo, che sia mai stata organizzata nel centro Italia. Guide alpine, animalisti, Guide ambientali escursionistiche hanno dato vita ad una iniziativa per dire basta alle attività sempre più invasive dell'uomo che mettono in pericolo l'habitat di questa specie protetta. In occasione del 25mo Meeting Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche, da tre regioni italiane, partiranno ben 3 percorsi a piedi e uno in bicicletta, da punti diversi, per arrivare a Civitella Alfedena, nel cuore del Parco Nazionale dell’Abruzzo, nel giorno di apertura del Meeting.
L’intento, spiegano gli organizzatori, è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e i politici verso una maggiore integrazione e collegamento delle Aree Protette da cui dipende la sopravvivenza dell’Orso Bruno Marsicano. Gran Sasso, Parco della Majella, Monti Simbruini. Nel Parco Nazionale d’Abruzzo ci sono dai 50 ai 70 orsi.
Si tratta di animali estremamente schivi e dalle abitudini quasi del tutto (probabilmente addirittura totalmente) notturne. I vari esemplari sono solitari e piuttosto territoriali: ciascun orso delimita un proprio territorio che si estende dai 10 ai 200 km², a seconda della disponibilità di cibo al suo interno. Spesso gli orsi marsicani (in particolare i maschi) compiono spostamenti anche di grossa entità (spesso nella stagione riproduttiva), che li portano in alcuni casi ad attraversare zone abitate e ad entrare involontariamente in conflitto con la popolazione locale, portando scompiglio nella comunità.
Durante l'inverno, questi animali si scavano una tana più o meno profonda oppure occupano delle cavità nella roccia nelle quali vanno in letargo per un periodo più o meno lungo a seconda delle condizioni climatiche: a tale scopo, fra l'estate e l'autunno si nutrono abbondantemente, immagazzinando grossi cuscinetti adiposi che sfrutteranno per sopravvivere durante il periodo di inattività.
Habitat
Orso bruno marsicano imbalsamato ed esposto presso il museo dell'orso di Gagliano Aterno
L'habitat dell'orso bruno marsicano è teoricamente abbastanza variabile: si adatta infatti a una varietà di ambienti diversi, anche se legati alle immediate vicinanze di una copertura boschiva. A causa della presenza umana, tuttavia, questi animali si sono rifugiati in aree via via sempre più impervie e con elevata copertura boschiva. Pare che durante l'estate si spostino verso aree a quota maggiore con copertura prativa e cespugliosa, mentre durante l'inverno prediligano aree rocciose, possibilmente lontane da qualsiasi tipo di attività umana.
Distribuzione
La specie, un tempo diffusa in tutta la zona ad est degli Appennini dalle Marche alla Puglia, attualmente è confinata in una ristretta porzione degli Appennini centrali, con particolare riferimento all'area del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. È segnalata nel Parco Nazionale della Majella. La metà circa della popolazione totale vive in Abruzzo, nella subregione della Marsica. In particolare, la presenza di questo plantigrado è stabile, oltre che nel Parco d'Abruzzo (del quale rappresenta il simbolo), anche nel Maiella, nel Sirente-Velino e nel Gran Sasso, pur non essendo sporadici gli avvistamenti nell'alto Molise, nei Monti del Reatino (Lazio) e nei Monti Sibillini (Marche-Umbria), dove la specie potrebbe essersi irradiata. Importante zona di frequentazione dell'Orso Marsicano sono i Monti Ernici (Lazio/Abruzzo): inoltre esemplari erratici vengono annualmente documentati nell'areale del Monti Simbruini tra Lazio e Abruzzo. Di importante valore naturalistico la presenza di un esemplare in espansione territoriale che nel 1998 ha frequentato il Parco dei Monti Lucretili (Lazio), di cui è rimasta sconosciuta la provenienza e la sorte. Recenti avvistamenti sono avvenuti nell'Appennino marchigiano, in provincia di Pesaro e Urbino. Non confermati gli avvistamenti tra le province di Salerno e Potenza.