1.- Gli animali più veloci e gli animali più lenti del mondo [Infografica].
2.- Ambienti forestali alpini, dove la storia naturale delle Alpi si intreccia con la storia del nostro Paese.
Da Tarvisio a Livigno, da Courmayeur a Limone Piemonte. La storia naturale delle Alpi si intreccia, come è inevitabile, con la storia del nostro Paese. È difficile parlare di questo ambiente senza far tornare alla memoria alcune tappe cruciali della nostra storia recente. Facilmente la memoria scivola ai tempi della grande guerra, quando tra boschi e vallate risuonavano i canti degli Alpini.
3.- La tigre dell'Amur o tigre siberiana con una popolazione attuale in modesta ripresa dopo un lungo periodo di declino.
La tigre dell'Amur o tigre siberiana (Panthera tigris altaica, Temminck 1844) è una rara sottospecie di tigre, un mammifero carnivoro della famiglia Felidae. La sua popolazione attuale - stabile o in modesta ripresa dopo un lungo periodo di declino - conta alcune centinaia di esemplari diffusi prevalentemente nell'Estremo Oriente russo e, in misura minore, nell'area di confine con la Manciuria e la Corea del Nord.
La tigre dell'Amur si differenzia dalle altre sottospecie di tigre anche per il mantello, dalle tonalità più chiare con strisce di colore marrone scuro invece che nere.
4.- Tigri a rischio: nell'anno internazionale delle biodiversità, il Wwf lancia l'allarme.
Non tutto è perduto, ma ne restano al mondo solo 3200 esemplari.
Nell'anno internazionale delle biodiversità, il Wwf lancia l'allarme sulla possibile estinzione in tempi relativamente brevi delle tigri. Il meraviglioso felino abita il nostro pianeta da millenni. Ma sempre più spesso il suo habitat naturale è soggetto ad attacchi da parte dell'uomo: deforestazione, consumo del territorio, inquinamento. Il Wwf ha calcolato che dal 1940 ad oggi si sono già estinte tre sottospecie di tigre e una quarta, la tigre della Cina meridionale, non viene più avvistata in natura da circa 25 anni.
5.- Rettili misteriosi del territorio lariano: tradizioni inerenti rettili misteriosi esistono da sempre ed in ogni luogo.
Tradizioni inerenti rettili misteriosi esistono da sempre ed in ogni luogo, ed anche in Italia esse non mancano. Nel Medioevo si nominavano diverse creature mostruose, una delle quali era il Basilisco. Rettile mostruoso ed ibrido, nasceva da un uovo deposto da un gallo (sì, proprio così) ed in seguito covato da una serpe. Ciò che sgusciava era una sorta di serpentello dotato di zampe da uccello, 2 o 4 alucce, cresta e bargigli tipici dei volatili. Pericolosissimo, poteva avvelenare le acque solo con la sua presenza, oltre ad uccidere uomini ed armenti col potentissimo veleno o semplicemente con lo sguardo o il suo fischio penetrante. Era l’incarnazione del lato oscuro e “malvagio” della natura, che fino all’ '800 era ancora spiegata usando concetti di pura fantasia.
6.- La tartaruga gigante di Aldabra o tartaruga gigante delle Seychelles è a rischio estinzione.
La tartaruga gigante di Aldabra o tartaruga gigante delle Seychelles (Geochelone gigantea (Schweigger, 1812) è una tartaruga originaria dell'atollo di Aldabra. Si trova anche nelle isole dell'arcipelago, quali Curiouse, Praslin. Vivono in zone umide vicino a boscaglie e in zone ricche di pozze di acqua, adorano farsi il bagno e rinfrescarsi in queste pozze. Gli esemplari maschi possono raggiungere circa i 120 cm e pesare anche 250 kg. È una specie prevalentemente erbivora.Raggiungono la maturità sessuale a circa 20 anni e depongono le uova una volta ogni due anni.
7.- Animali sudamericani estinti.
Secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) molte popolazioni di alcune specie animali al mondo sono diminuite, o sono in diminuzione, dell’80% entro tre generazioni. Questa è l’ultima tappa prima di dichiarare come estinti questi animali che oggi vivono allo stato selvatico. Altro che protezione della biodiversità quindi. Si dice estinzione la scomparsa di una determinata specie di organismi viventi: è contrapposta alla speciazione, il processo opposto per cui una nuova specie nasce a partire da una preesistente.
8.- Il Varano di Komodo o Drago di Komodo è il più grande sauro vivente.
Il Varano di Komodo o Drago di Komodo (Varanus komodoensis) è il più grande sauro vivente, un rettile che può raggiungere lunghezze superiori ai due metri. Morfologicamente assimilabile a una lucertola di grandi dimensioni, ha la lingua biforcuta, la pelle squamosa tendente all'azzurrognolo, è carnivoro e molto aggressivo. Questa specie, come suggerisce il nome, vive principalmente sull'isola di Komodo, in Indonesia, e in altri arcipelaghi vicini. Questo enorme rettile è il più grande quadrupede squamato e misura mediamente 2,5-3 m di lunghezza e arriva a pesare anche 100-135 kg.
9.- Il furetto dai piedi neri è un raro mammifero nordamericano, in pericolo di estinzione.
Il furetto dai piedi neri (Mustela nigripes Audubon & Bachman, 1851) è un raro mammifero nordamericano, in pericolo di estinzione. I maschi adulti possono raggiungere la lunghezza di 63-64 cm compresa la coda. Il mantello è di color beige giallastro su tutto il corpo, tranne il muso, la gola e il ventre che sono più chiari. Una mascherina di pelo nero attraversa il muso, andando da un occhio all'altro, e conferisce all'animale un aspetto da "bandito". Pure neri, o bruno nerastro, sono l'apice della coda e l'ultima sezione delle zampe, come indicato dal nome. Come gli altri Mustelidi, il furetto dai piedi neri è provvisto di ghiandole anali che secernono un liquido maleodorante.
10.- L’IUCN ha inserito lo squalo bianco nella sua lista rossa classificandolo come vulnerabile.
Il grande squalo bianco, chiamato anche carcarodonte o talvolta semplicemente pescecane, è un pesce condroitto della famiglia dei Lamnidi. Unico rappresentante vivente del genere Carcharodon, questo squalo è il più grande pesce predatore del pianeta.
È stato Carlo Linneo a dare allo squalo bianco il primo nome scientifico, Squalus carcharias, nel 1758. Sir Andrew Smith gli ha dato quello generico di Carcharodon nel 1833, e nel 1873 il nome generico è stato accorpato a quello scientifico dato da Linneo, diventando così quello attuale di Carcharodon carcharias.
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