Aree riproduttive
In Russia, al seguito delle c.ostruzioni di dighe sul Volga, sono rimaste 373 ha di aree adatte alla riproduzione, su un totale di 3.390 ha. Attualmente Acipenser stellatus si riproduce su un’area totale di 248,4 ha fra la diga Volgograd ed il villaggio di Seroglazovo.
Nel Volga alcuni siti di riproduzione si trovano in canali che hanno una velocità della corrente di 1,2-1,6 m sec-1, con la temperature dell’acqua di 20-25°C (secondo le informazioni di Khoroshko). Sempre in Russia, i siti di riproduzione nel Terek si trovano nel tratto centrale del fiume, nel Sulak in aree nella zona bassa. Le superfici totali di questi due ultimi fiumi attualmente coprono una superficie di soli 20 ha. In Kazakistan, nel fiume Ural i riproduttori risalivano fino alla città di Uralsk (850/1.000 km dalla foce).

Attualmente, a causa del drastico declino dello stock dei riproduttori, la maggioranza di questi depone nelle zone basse a 200-225 km dalla foce dell’Ural. In Azeirbaigian, nel Kura le aree riproduttive sono localizzate alla diga di Varvarinski; nell’Araks, 10 km sotto lo sbarramento di Bagramtapinskaya. Prima delle modifiche ai corsi del Kura e all’Araks, i principali siti riproduttivi erano localizzati nel corso centrale del Kura, a Mingechaur — 660 km dalla foce; nell’Araks — 330 km a Karadonly. Solo 5 siti riproduttivi con un’area totale di 112,8 ha sono rimasti (dei 53 precedenti) nel fiume Kura e 290 ha nel fiume Araks (Voinova, Alekperov, 1992).
Specie marine del Caspio.
Le specie marine d’interesse commerciale sono distribuite a seconda delle zone geografiche e dei bisogni fisiologici specifici delle stesse specie: le zone poco profonde al nord, per esempio, sono importanti durante la riproduzione e per i primi periodi di sviluppo larvale. I pesci che si riproducono nelle regioni nord caspiche includono l’aringa (Alosa brashnikovi brashnikovi, detta “Dolginka”), l’aringa dal grande occhio (Alosa saposhnikovia) e la sardina (Clupeonella delicatula caspia), l’aringa dal dorso nero (Alosa kessleri) e l’aringa del Caspio (Alosa caspia caspia).
La pesca dell’aringa si fa nel delta del Volga (in particolare per l’aringa dal dorso nero) come sulle coste dell’Azerbaigian, Turkmenistan e lungo le coste iraniane. Le zone caspiche centrali e del sud sono considerate aree per l’alimentazione e l’ingrasso. Nel Caspio non ci sono periodi di vernalizzazione marcati per le specie ittiche, in quanto le condizioni climatiche permettono lo sviluppo di alimento durante tutto l’anno così che in molte zone del lago questo è sempre disponibile per le varie specie ittiche. Beluga (Huso huso) è la specie di maggior taglia; ne sono stati pescati esemplari di più di 1.000 kg.
Il mar Caspio presenta numerose specie di storioni da cui si ricava il caviale; purtroppo nelle ultime decadi l’elevata pressione della pesca è arrivata ad un punto critico e gli ambientalisti chiedono una completa sospensione della pesca fino alla ricostituzione delle popolazioni degli storioni. L’alto prezzo del caviale, infatti, spinge numerosi pescatori alla pesca di frodo sfidando i divieti di pesca allo storione ormai stabiliti in tutti gli stati rivieraschi. Si può ben immaginare come la pesca di femmine di storione gravide porti ad ulteriori problemi per la sopravvivenza delle specie. Si consideri, inoltre, come la pesca degli storioni durante i periodi riproduttivi sia semplice essendo i siti ben conosciuti. Il caviale ed altri prodotti degli storioni sono coperti da una moratoria internazionale che ne vieta il commercio; l’accordo CITIES, infatti, ha nella sua lista gli storioni selvatici considerati come specie a rischio d’estinzione. L’allevamento è invece permesso.

Il mitile d’acqua dolce Zebra mussel (Dreissena polymorpha) è originario del Caspio e del mar Nero e fu innavvertitamente introdotto in numerosi Paesi (USA) creando notevoli problemi come specie invasiva. Anche la carpa comune è originaria del Caspio, mar Nero e mar di Aral.
La pesca è molto importante nei paesi caspici con un’estrazione annuale di 500-600.000 t; purtroppo dagli anni ‘50 delle interferenze antropogeniche hanno causato un forte declino della pesca. Grandi progetti idroelettrici ed irrigui hanno provocato cambiamenti nel naturale ciclo idrogeologico degli immissari del Caspio e l’inquinamento delle acque ha causato il deterioramento degli habitat riproduttivi di numerose specie. Lo storione è la specie commercialmente più importante. Viene pescata per le carni e per il caviale di cui vi è una forte domanda da parte dei vari mercati a livello mondiale. Il risultato è, come visto, che gli storioni sono soggetti a una forte pressione da parte dei pescatori di frodo.
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La specie di storione più comunemente “pescate” (si consideri come la pesca degli storioni sia vietata in tutto il Caspio ed ammessa solo per scopo scientifico e per una piccola quota in Iran) sono lo storione russo (Acipenser gueldenstaedtii) e lo storione persiano (Acipenser persicus), seguite dal beluga (Huso huso) e dal sevruga (Acipenser stellatus). Lo storione barbiglisfrangiati (Acipenser nudiventris), “ship” in inglese, ha una popolazione in forte declino, le ultime segnalazioni riguardano alcune catture nel fiume Ural. Lo storione sterleto (Acipenser ruthenus) è un pesce di acqua dolce che vive solo nella regione del Volga. Oltre al calo dei siti di riproduzione, gli sbarramenti, la pesca illegale, l’inquinamento da pesticidi, metalli pesanti ed idrocarburi sono la causa del forte declino delle popolazioni di storioni e delle altre specie anadrome nel mar Caspio. Per la presenza di alti livelli di inquinanti, gli storioni soffrono di varie malattie quali l’ipossia epatotossica (malattia della bolla muscolare). La maggior causa del forte declino degli storioni nel Caspio è ritenuta però la pesca illegale.
Fra le altre specie considerate d’interesse nel Caspio, abbiamo inoltre: la lucioperca (Stizostedion lucioperca), la carpa comune (Cyprinus carpio carpio), il pesce gatto (Silurus glanis), il luccio (Esox lucius) ed il persico reale (Perca fluviatilis). Vi sono anche specie di salmoni di cui il più a rischio è il salmone del Caspio (Salmo trutta caspius) e abbiamo anche un pesce bianco incluso nei salmonidi a rischio d’estinzione, lo Stenodus leucichthys. Questi salmonidi sono specie anadrome che dai fiumi ove si riproducono migrano nella costa sud e ovest per alimentarsi sui 40-50 metri di profondità. Sono specie protette in Kazakistan, Russia e Turkmenistan, proveniente principalmente dalla montagne caucasiche. Nella regione del sud del Caspio abbiamo grandi branchi di kutum (Rutilus frisii kutum), mentre nella parte Nord è più raro incontrarli. Il kutum è un membro della famiglia delle carpe e la cui popolazione è in declino; ha un valore commerciale interessante. Anche alcuni pesci denominati come il coregone bianco (Coregonus albula), ed il sevan khramulya (Varicorhinus capoeta) hanno avuto un forte decremento delle catture. In Turkmenistan due specie di crostacei (il granchio dalle “gambe grosse” e quello dalle “gambe lunghe”) potrebbero divenire interessanti per la pesca commerciale al seguito di studi di stock assessment (si ritiene che ci sia la possibilità di pescarne 50.000 tonnellate per anno) attualmente poche tonnellate sono pescate nel Kara-Bogaz-Goll.
Minoga.
Anche la minoga o lampreda del Caspio (Caspiomyzon wagneri), un pesce anadromo, è in via d’estinzione. Può viaggiare centinaia di chilometri per raggiungere le aree di riproduzione risalendo i corsi d’acqua ed ha seguito la sorte delle altre specie migratorie del Caspio, causa il sistema di dighe che sbarra l’accesso ai siti riproduttivi.
Distribuzione.
La minoga è endemica del mar Caspio, ma le dighe costruite sugli immissari ne hanno fortemente limitato la riproduzione. Attualmente è molto rara; nel Volga vi sono segnalazioni di riproduzione nel fiume Sura e nei suoi tributari (Penza, Aiva, e Inza).
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