Una nuova valutazione conferma le condizioni critiche dei lemuri del Madagascar, che sono a tutti gli effetti i primati più minacciati del pianeta. Se nel 2005 le specie a rischio erano il 68% e nel 2014 il 91%, ora sono arrivate al 95%. Quasi tutti i lemuri sono in pericolo, soprattutto a causa della distruzione dell'habitat e del bracconaggio, ma dalla nuova valutazione emergono anche minacce che acquistano sempre più peso. Pur essendo il commercio illegale, i lemuri sono sempre più richiesti come animali da compagnia mentre la loro caccia viene praticata per ragioni culturali, anche quando ci sono fonti di proteine alternative come pesci o pollame, con un crescente impatto negativo.
È la conclusione di un vasto gruppo di specialisti che si è riunito di recente proprio in Madagascar, per fare il punto sulla conservazione dei lemuri.
Conosciuti in tutto il mondo, i lemuri sono gli endemismi per eccellenza e principale attrazione del Madagascar. Queste proscimmie sanno entusiasmare ogni visitatore, anche perché è impossibile non avvistarli.
Le specie e sottospecie di lemuri attualmente conosciute in Madagascar sono oltre 80 tra lemuri diurni e notturni, caratterizzati da aspetto, dimensioni, habitat e abitudini molto differenti tra loro. Una così grande varietà di specie si è potuta sviluppare grazie all’isolamento geografico del Madagascar dove, secondo gli studiosi, questi primati sono arrivati 35 milioni di anni fa, attraversando il canale di Mozambico a bordo di tronchi galleggianti. Complici l’assenza di grandi predatori e delle più competitive scimmie e la disponibilità di una miriade di ambienti della grande isola, i lemuri si sono evoluti pressoché indisturbati, almeno fino ai primi insediamenti umani (2.000 anni fa circa).