Agile e snella,
l’Albanella minore era un tempo compagna affezionata degli agricoltori, che talvolta potevano scorgerne il nido, rigorosamente posato sul terreno nel frumento.
Poi è venuta la meccanizzazione, e i pesticidi, e l’Albanella si fa notare più raramente, ripiegando su zone umide o terreni incolti.
Soltanto d’estate, però, poiché la stagione invernale preferisce trascorrerla al caldo, nella lontana Africa subsahariana…
Rapace diurno, non più grande, in media, di una quarantina di centimetri, presenta una forma snella e slanciata, con coda sporgente e ali lunghe e strette (con ben visibili le 4 dita delle penne primarie).
Il piumaggio è variamente caratterizzato da diverse tonalità del grigio, più scuro sul dorso, mentre fianchi e ventre presentano sfumature rossicce.
Vastissimo l’areale di nidificazione dell’Albanella minore, diffusa dall’Europa occidentale a buona parte dell’Asia. Non altrettanto omogenea la distribuzione, con la specie diffusa prevalentemente nella parte centrale e peninsulare del continente europeo.
In
Italia,
l’Albanella minore è presente lungo l’intero corso del Po, con importanti ramificazioni sull’intera area litoranea nord-adriatica. Un fatto che è da attribuirsi alle abitudini di questo uccello, che non ama nidificare a quote elevate, preferendo invece aree pianeggianti o comunque comprese entro i 500 m di altitudine. Tra le principali aree di presenza della specie, va ricordata anche la Toscana e – in aree estremamente circoscritte – la Sardegna.
Non strettamente dipendente dalle zone umide in periodo riproduttivo, l’Albanella minore vive in simbiosi con tutta una serie di ambienti aperti quali steppe, brughiere, aree coltivate. In Itala l’Albanella minore è presente come nidificante in estate, mentre in autunno la specie migra verso i siti di svernamento posti nell’africa subsahariana.
Stato di salute.
Stato di conservazione
Rischio minimo
Attualmente l’Albanella minore è classificata come sicura nell’Unione europea, nonostante il pesante declino che l’ha riguardata nella seconda parte del secolo scorso. Un declino che è proseguito fino al 1990, per essere seguito da una moderata ripresa nel decennio tra il 1990 e il 2000.
Tra le 9.400 e le 21mila coppie la popolazione stimata nell’Unione europea, pari a poco meno di un terzo della popolazione continentale complessiva, mentre la popolazione italiana è stimata tra le 260 e le 380 coppie, stabile tra il 1990 e il 2000. Con questi dati, la popolazione italiana risulta essere pari a poco meno del 4% di quella comunitaria complessiva, meno dell’1% di quella continentale.
Trattandosi di specie migratrice, va analizzato il comportamento degli individui nelle fasi pre e post riproduttive. La maggior parte delle popolazioni censite in Italia, in base agli inanellamenti effettuati dagli esperti, proviene dalle aree del centro Europa quali Germania, Svezia, Danimarca e Olanda. Un minor numero di esemplari ricatturati proveniva invece da Tunisia e Francia meridionale. Durante la fase della migrazione l’Albanella minore può spostarsi anche di diverse centinaia di chilometri – in alcuni casi fino a 2mila km – con spostamenti ad arco compiuti tra Europa e Africa tra agosto e ottobre.
Riguardo alla popolazione nidificante, questa risulta stabile, in quanto distribuita in modo piuttosto diversificato tra aree coltivate (soprattutto frumento) e aree a vegetazione spontanea. La consistenza complessiva della popolazione di Albanella minore ha conosciuto negli ultimi 40 anni un moderato incremento (sebbene ciò possa essere dovuto più ad un accuratezza di indagine che a un effettivo aumento), dalle 150-250 coppie degli anni Settanta alle 200-300 degli anni Novanta, fino all’attuale consistenza.
Minacce.
L’Albanella minore vive prevalentemente in climi temperati e soprattutto in ambienti pianeggianti o collinari, solo eccezionalmente di bassa montagna. Predilige valli fluviali, aree agricole intensive o meglio estensive e gli ambienti asciutti quali brughiere, incolti, steppe, campi coltivati e cespuglieti.
La densità di questa specie è condizionata anzitutto dall’andamento – ciclico – delle specie preda, che può essere pesantemente alterato dalle modificazioni nelle attività agricole. Per esempio, giocano a sfavore della specie l’eliminazione di prati e pascoli, con conseguente riduzione dell’habitat a disposizione sia dell’Albanella minore sia soprattutto delle specie preda, che diminuiscono, contraendo di conseguenza la capacità portante dell’habitat stesso.
Costruendo il nido nelle aree agricole l’Albanella minore è particolarmente esposta ai pericoli durante la fase della nidificazione. Infatti, la tendenza a nidificare soprattutto in aree coltivate pone gravi problemi di conservazione alla specie, in quanto non di rado molti pulcini vengono uccisi durante le normali pratiche di gestione agricola (per esempio la mietitura meccanizzata).
L’intensificazione dell’agricoltura o l’abbandono – o ancora la conversione – delle aree agricole tradizionali, come la progressiva dismissione di prati da sfalcio e pascoli, hanno un impatto pesante sulla specie, riducendo l’habitat sia per la specie sia per le principali prede. Anche per questo la popolazione nidificante in Italia mostra – pur in un quadro generale sostanzialmente positivo – consistenti fluttuazioni a livello locale, anche tra aree vicine, nonché tassi di mortalità e successo riproduttivo estremamente variabili a causa sia della distruzione dei nidi sia delle variazioni nella disponibilità di prede durante la fase riproduttiva.
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