Per fare un paragone con un mammifero, il piumaggio della Balia dal collare ricorda molto da vicino quello delle grandi otarie, se non fosse che qui tutta la varietà cromatica – per la verità bi-cromatica, bianco e nero – è concentrata in appena 13 cm, per un uccello che solitamente non supera i 10 g di peso.
Bianco è il ventre, così come alcune macchie sulle ali, sulla coda e sulla parte centrale del capo, sotto agli occhi. Nero è tutto il resto, mentre il cosiddetto “collare” è chiaramente identificabile sul collo, dove le piume bianche proseguono anche sul dorso, circondando l’intero corpo.
La Balia dal collare nidifica esclusivamente in Europa, e in particolare nell’Europa orientale. Migratrice, compie lunghissimi viaggi per raggiungere i quartieri di svernamento, il più delle volte posti in Africa a sud dell’Equatore.
Pur essendo una specie abbastanza rara, la sua distribuzione in Italia è piuttosto omogenea, e comprende sia una ristretta fascia disposta per l’intera lunghezza di Alpi e Prealpi, sia ampie zone dell’Italia peninsulare, prevalentemente l’area appenninica.
Particolarmente caratteristico il piumaggio del maschio, bianco nelle parti inferiori e nero, invece, in capo, ali e coda. Fanno da contrasto evidenti macchie bianche poste su ali e coda, quindi una piccola formazione sotto agli occhi, e infine il collare, bianco anch’esso, che prosegue dal collo per circondare l’intero dorso, altrimenti completamente nero.
Risaltano le abitudini prevalentemente forestali di questo uccello, legato in modo particolare, alle nostre latitudini, a boschi di querce, faggi, tigli, ma anche castagneti e betulleti. Similmente ad altre specie dipende essenzialmente dalla presenza di vecchie piante con cavità, ove trovare riparo e costruire il nido. Per il resto, si alimenta prevalentemente di insetti, catturati abilmente in volo.
In Italia la sua presenza appare particolarmente legata ai vecchi castagneti e, più localmente, a querceti o faggete mature posti a quote di poco inferiori ai 1.000 m. È in questi habitat che la specie raggiunge le densità più alte, ed è proprio la sempre maggiore rarefazione di queste formazioni, lasciate decadere a vantaggio del bosco generico, a causare una delle principali difficoltà per la popolazione italiana di Balia dal collare.
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