1.- Il pinguino di Magellano un ex-uccello volante e terrestre che si adattò alla vita acquatica.
La prima menzione a questo simpatico animale fu fatta nel 1520 da Antonio Pigafetta, il relatore di viaggio di Hernando di Magallano, che ce lo descrive come “un’oca silvestre!”.Si presume che il pinguino fu in un passato remoto un uccello volante e terrestre, imparentato con le procellarie, che si avvicinò sempre di più al mare per trovarvi nutrimento. Così smise di volare e si adattò alla vita acquatica: il suo corpo prese la forma di un fuso, “Spheniscus”, mentre le zampe assunsero membrane interdattilari e le ali si transformarono in pinne come nei pesci.
Nel mondo esistono 17 speci di pinguini, tutti nell’emisfero sud. Il più settentrionale è il pinguino delle Galapagos e il più meridionale è il pinguino Imperatore, che abita all’interno del continente Antartico.
2.- Uccelli da proteggere: cosa fa l'Italia
L’Italia si è dotata di un buon sistema di aree protette. Ai Parchi, alle Aree Marine Protette e alle Riserve Naturali, nazionali o regionali, vanno ad affiancarsi i siti della Rete Natura 2000.
Fondamentale nell’individuazione dei siti Natura 2000 è stato anche il contributo dato dagli enti locali: formalmente istituite dalla Commissione europea, le ZPS sono state dapprima individuate dalle singole Regioni e Province autonome, quindi segnalate al Ministero della Tutela del Territorio e del Mare che – effettuata la verifica tecnica – le ha trasmesse alla Commissione europea. Una procedura piuttosto agevole che ha portato in breve tempo all’istituzione di ben 597 Zone di Protezione Speciale, che contribuiscono alla Rete Natura 2000 e coincidono in gran parte con le Aree Importanti per gli Uccelli.
3.- Estinzione ed endemismi, la vita in pericolo.
La
biodiversità della Terra non si mantiene sempre costante,anzi: nel corso delle ere geologiche ha subito numerose fluttuazioni. Il suo impoverimento e l’arricchimento sono dovuti rispettivamente e due fenomeni contrapposti: l’estinzione e la speciazione. Il primo termine,tristemente noto, indica la scomparsa di tutti gli individui di un specie, mentre il secondo si riferisce, invece,alla comparsa di una nuova specie.Quest’ultimo evento si verifica quando individui di una stessa specie rimangono isolati molto a lungo e vengono selezionati caratteri genetici con una diversità sempre maggiore, o quando si manifesta una mutazione favorita dalla selezione naturale.
4.- Uccelli da proteggere: cosa puoi fare tu.
Conoscerli meglio. Questa, già di per sé, rappresenta un’importantissima “azione di conservazione”. Se per gli addetti ai lavori l’approfondimento delle esigenze ecologiche delle singole specie o gruppi di esse, dello stato di salute delle popolazioni, degli equilibri ecologici di determinati ambienti, si trasforma in una professione, anche l’approccio alla materia da parte dei non esperti può risultare essenziale per la vita delle specie.Il primo dato di fatto con cui tutti possono misurarsi è il declino anche di specie un tempo piuttosto comuni. Classico è l’esempio di molti passeriformi, abbondantissimi nelle nostre campagne, oggi sempre più rari.
5.- Uccelli da proteggere: cosa fa l’Europa.
Il 2 aprile del 1979 è un giorno fondamentale per la tutela degli uccelli nel continente europeo. Dopo un difficile lavoro di studio, redazione, negoziati, il Consiglio delle Comunità Europee adottò la
Direttiva 79/409/CEE , semplicemente detta
Uccelli. Si tratta, ancora oggi, dello strumento più importante a livello comunitario per la conservazione diretta dell’avifauna, il punto di riferimento per le leggi e i regolamenti degli Stati membri. Alla Direttiva Uccelli faranno seguito, a distanza di poche settimane, due importanti Convenzioni, sottoscritte da Paesi di tutto il mondo ma per le quali il ruolo svolto dall’Europa risulterà molto importante: la Convenzione di Bonn sulle specie migratrici, sottoscritta il 29 giugno 1979, e la Convenzione di Berna sulla vita selvatica e gli habitat naturali, del settembre 1979.
6.- Uccelli da proteggere: le aree protette in Italia.
Rete Natura 2000 rappresenta solo una parte, per quanto importante, di un sistema di aree protette che negli ultimi trent’anni, in Italia, ha visto uno sviluppo esponenziale. Importantissimo il contributo dato dalla legge 394 del 1991 – e dalla legge 979 del 1982 “per la difesa del mare” – per definirle e classificarle in modo uniforme ed omogeneo, in modo che tutte corrispondano ai criteri stabiliti dalla legge.
Attualmente (dati aggiornati ad aprile 2010) esistono 871 aree naturali protette per un totale di 3 milioni 163mila ettari di superficie protetta a terra e 2.853 ettari a mare. Complessivamente, oltre il 10% della superficie nazionale risulta sottoposta a particolari vincoli di tutela.
7.- Le minacce alla biodiversità.
La causa principale di questa allarmante alterazione della diversità biologica della Terra è l'influenza dell'uomo sull'ecosistema terrestre a livello globale. L'uomo ha alterato profondamente l'ambiente trasformando il territorio, modificando i cicli biogeochimici globali, sfruttando direttamente molte specie tramite la caccia e la pesca e aumentando la possibilità di trasferimento degli organismi viventi da una zona all'altra del pianeta.
La tabella seguente riporta le cause di estinzione o di minaccia per le specie di avifauna presenti sul nostro pianeta.
8.- Ambienti forestali alpini, dove la storia naturale delle Alpi si intreccia con la storia del nostro Paese.
Da Tarvisio a Livigno, da Courmayeur a Limone Piemonte. La storia naturale delle Alpi si intreccia, come è inevitabile, con la storia del nostro Paese. È difficile parlare di questo ambiente senza far tornare alla memoria alcune tappe cruciali della nostra storia recente. Facilmente la memoria scivola ai tempi della grande guerra, quando tra boschi e vallate risuonavano i canti degli Alpini.
9.- L’IUCN ha inserito lo squalo bianco nella sua lista rossa classificandolo come vulnerabile.
Il grande squalo bianco, chiamato anche carcarodonte o talvolta semplicemente pescecane, è un pesce condroitto della famiglia dei Lamnidi. Unico rappresentante vivente del genere Carcharodon, questo squalo è il più grande pesce predatore del pianeta.
È stato Carlo Linneo a dare allo squalo bianco il primo nome scientifico, Squalus carcharias, nel 1758. Sir Andrew Smith gli ha dato quello generico di Carcharodon nel 1833, e nel 1873 il nome generico è stato accorpato a quello scientifico dato da Linneo, diventando così quello attuale di Carcharodon carcharias.
Sostanzialmente cosmopolita. È diffuso particolarmente in acque fredde o temperate tra i 11 e 24 °C, sulla costa o al largo.
10.- Gli animali più veloci e gli animali più lenti del mondo [Infografica].
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