L'elefante asiatico (Elephas maximus) è uno dei due rappresentanti della famiglia degli Elefantidi, l'unica sopravvissuta dell'ordine dei Proboscidati.
L'E. maximus viene anche denominato comunemente elefante indiano, anche se questa denominazione è più propriamente attribuita alla sola sottospecie Elephas maximus indicus.
L'elefante asiatico ha una struttura complessiva simile a quella dell'elefante africano, ma con alcune differenze piuttosto marcate.
Oltre alle minori dimensioni dei maschi (le femmine delle due specie hanno invece una taglia simile, a causa del più marcato dimorfismo nella specie africana), sono evidenti le differenze nella forma del cranio, che in questa specie ha due prominenze e un'insellatura interna. Le orecchie inoltre sono più piccole in proporzione alla testa.

Il profilo del dorso di questa specie è convesso, a differenza di quello insellato dell'elefante africano. Inoltre, ha zanne più piccole, che spesso nelle femmine sono assenti o appena accennate.
Questo animale, inoltre, presenta solitamente quattro zoccoletti nel piede posteriore, contro i tre della specie africana. L'elefante indiano ha una sola appendice digitiforme sulla proboscide, quello africano ne ha due.
È il secondo animale di terraferma più grande. I maschi sono lunghi mediamente 5,5-6,4 metri, hanno un'altezza alla spalla di 2,7-3 metri, e pesano 3900-4700 kg. Le femmine sono leggermente più piccole.
Le sue abitudini sono molto simili a quelle dell'elefante africano. Vive in branchi di 8-20 individui, guidati da una femmina anziana. Si nutre prevalentemente di erbe e germogli, non disdegnando comunque frutti e cortecce.
L'elefante indiano trascorre gran parte della giornata in cerca del cibo necessario alla sopravvivenza: circa 150 kg di frutta e foglie ogni giorno. I maschi adulti in libertà sono solitari, mentre le femmine e i maschi più giovani si spostano in gruppi composti da un numero di esemplari che varia da 5 a 120.I maschi di elefante indiano pesano fino a 3500 kg.

Questo animale ha una gestazione molto lunga, di 20-22 mesi, al termine dei quali nasce un solo piccolo. Grande amante dell'acqua, l'elefante ama spruzzarsela addosso con la proboscide e fare bagni rinfrescanti. Il suo habitat naturale è vario, ma generalmente lo si trova nelle giungle e nelle praterie, ma si spinge anche fino in montagna. Vive in tutta la zona del sud-est asiatico, dall'India alla parte settentrionale dell'Indonesia.
Elefanti asiatici in uno zoo
L'elefante indiano, a parte l'uomo, non ha nemici naturali, anche se le tigri possono rappresentare un serio pericolo per i cuccioli se non sono difesi dalle madri. Anche questo elefante è molto longevo, avendo un'età media di 65-70 anni.
Rispetto al parente africano è di indole più pacifica e tranquilla. Per questo lo si è potuto addomesticare fin dai tempi antichi e in diverse zone dell'India e dell'Indocina è utilizzato come animale da lavoro, specie per il trasporto dei tronchi. È l'elefante più comune nei circhi, anche se occasionalmente può essere causa di incidenti.
Non si hanno dati precisi sulla popolazione degli elefanti indiani, che è comunque superiore alle 100.000 unità.
Il numero di elefanti asiatici, specie in via di estinzione, è sempre stato un mistero e numerosi sono i tentativi da parte dei ricercatori che hanno cercato di contarli uno ad uno durante gli spostamenti all'interno della fitta giungla della Malaysia.
Il nuovo metodo di conteggio delle pile di sterco si è avvicinato stimando 631 elefanti che vivono nel Taman Negara National Park. Lo rendono noto la Wildlife Conservation Society di New York e il dipartimento della fauna e dei parchi nazionali della Malaysia.
L'indagine ha mostrato come il Taman Negara sia una delle più grandi riserve dell'elefante Asiatico del Sud-Est asiatico.
La fitta giungla della foresta pluviale, dai malesi conosciuta con il nome di "green heart", "cuore verde", si estende su circa 4343 chilometri quadrati (1676 miglia quadrate).
Lo spazio è un requisito fondamentale. Gli elefanti asiatici sono in via di estinzione a causa della perdita di habitat e del bracconaggio. Secondo la Wildlife Conservation Society possono essere rimasti tra 30000 e 50000 esemplari in 13 paesi asiatici.
Il conteggio delle pile di sterco è diventata una tecnica riconosciuta a livello internazionale ed è stato approvato dalle Nazioni Unite sul commercio internazionale di specie in via di estinzione.
Stato di conservazione
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